LE STORIE

Wuhan, un anno fa l’inizio dell’incubo

di Rosalba Reggio

Un anno fa era solo una popolosa e sconosciuta cittadina della Cina Centrale. Un puntino tra i tanti, intorno alle grandi province cinesi.
Fino al 31 dicembre 2019, giorno in cui i riflettori di tutto il mondo si accendono su Wuhan, città commerciale della provincia di Hubei, attraversata da due fiumi, ricca di parchi e laghi, abitata da circa undici milioni di persone, distribuite in 8 mila e cinquecento chilometri quadrati.
E' la fine dell'anno, il mondo si sta organizzando per festeggiare l'arrivo del 2020, ma una notizia ruba lo spazio di apertura dei telegiornali. E' una segnalazione di emergenza all'OMS da parte delle autorità cinesi: diversi casi di una misteriosa polmonite. L'epicentro è a Wuhan, il virus sconosciuto colpisce 41 persone in pochi giorni, molte delle quali lavorano al mercato del pesce e animali vivi di Huanan, nel centro della città.
E' l'inizio di un lungo incubo, che si estende dalla città a tutto il Paese e che grazie ai social viene raccontato al mondo in tempo reale. Nei giorni di festa, le immagini cinesi si sovrappongono a quelle degli addobbi natalizi: persone bardate con tute spaziali, ospedali al collasso, richieste di aiuto dai balconi di casa.
La comunità scientifica cinese si mette al lavoro e identifica il nuovo virus, fa parte della famiglia dei coronavirus, come la Sars e il raffreddore.
I casi crescono nel Paese e superano i confini nazionali: dalla Thailandia, alla Corea del Sud, al Giappone. In Cina si iniziano a contare le prime vittime. Ma la notizia che regala al quadro le tinte più fosche arriva il 20 gennaio: esperti cinesi rivelano che il virus si trasmette da uomo a uomo. Fino a quel momento si pensava che solo gli animali potessero trasmetterlo e che gli infetti fossero passati dal mercato di Wuhan. La notizia è confermata anche dagli eventi immediatamente successivi: la moglie della prima vittima di coronavirus, pochi giorni dopo la morte del marito, avverte i sintomi.
Ma il danno è compiuto, milioni di cittadini di Wuhan hanno già lasciato la città per festeggiare il capodanno cinese.
Troppo tardi, il 23 gennaio, le autorità decidono il lockdown per Wuhan, e poco dopo per altre regioni cinesi: non si può più uscire di casa ed è obbligatorio indossare la mascherina.
Tutti i festeggiamenti previsti per il Capodanno cinese vengono cancellati.
Il Paese prende in mano l'emergenza e a tempo di record inaugura un ospedale a Wuhan: Mille posti letto e una superfice di 25mila metri quadrati, per affrontare la scarsità di terapie intensive provocata dalla diffusione del contagio.
I dubbi sulle parziali e tardive comunicazioni della Cina sul virus, vengono confermati dalla notizia della morte di un medico, il 7 febbraio: si chiamava Li Wenliang, per primo aveva cercato di dare l'allarme sulla presenza di un nuovo ceppo di coronavirus ed era stato messo a tacere dal governo cinese, accusato di diffondere notizie false. Due mesi dopo verrà proclamato eroe nazionale.
Il lockdown a Wuhan dura 76 giorni, e finisce l'8 aprile. La citta prova a ricominciare a vivere, pur mantenendo strette regole di sicurezza.
Ma in altri Paesi comincia l'incubo. A fine febbraio, in Italia, si accerta il primo focolaio a Lodi in Lombardia, e nei giorni seguenti gli allarmi si moltiplicano. Con tempi e ritmi diversi, lo stesso avviene in altri paesi europei, negli Stati Uniti e ovunque nel mondo.
E' il 13 giugno, quando in Cina scoppia un nuovo focolaio, questa volta a Pechino. A soli due mesi dalla fine del lockdown a Wuhan, la capitale registra circa 100 nuovi contagi, dopo 55 giorni a zero casi. Origine del contagio un altro mercato, quello di Xinfadi che viene immediatamente chiuso. 27 aree cittadine vengono sottoposte a lockdown, le scuole chiuse e nei giorni successivi 2,3 milioni di persone vengono sottoposte a tampone molecolare e i positivi vengono isolati per contrastare la diffusione del virus.
Un mese dopo, a luglio, Pechino autorizza l'uso di emergenza dei vaccini sperimentali e inizia a somministrare le dosi.
E' metà agosto, quando le immagini di centinaia di persone che a Wuhan ballano intorno a una piscina, raccontano al mondo la nuova vita della prima città focolaio dell'epidemia. La prima a cadere nelle mani del virus, la prima a rialzarsi. E mentre altrove, si combatte ancora per contenere l'epidemia, la Cina si mobilita per vaccinare 50 milioni di persone prima del capodanno lunare di febbraio 2021.
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