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Al via la prima fiera internazionale dei tartufi a L’Aquila: Abruzzo a caccia di buyer per il suo nero

di Silvia Marzialetti

L’ambizione è restituire a un prodotto di eccellenza il posto che merita, per la sua identità, qualità e storia e costruirci intorno un sistema produttivo e imprenditoriale che punti sulla internazionalizzazione.
Con questo obiettivo dal 9 all’11 dicembre si svolge nel parco del Castello cinquecentesco, a ridosso del centro storico dell’Aquila, la Fiera internazionale del tartufo, voluta in particolare dal vicepresidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente, e sostenuta da una legge regionale.
Quarantadue stand, oltre 60 aziende e dieci buyer internazionali: la parola chiave è internazionalizzazione. “Il nostro tartufo - dice Imprudente - per anni ha fatto la fortuna di altre regioni, che acquistavano da noi la materia prima: ora la priorità è quella di potenziare in loco tutta la filiera di trasformazione e commercializzazione”.
Previsti convegni scientifici, masterclass, intrattenimenti ed eventi culturali itineranti, truck food per la degustazione di piatti a base di tartufo. E ancora un laboratorio del gusto con gli studenti degli istituti agrari e alberghieri abruzzesi e “Mani in pasta”, esperienza sensoriale con l’Unione italiana ciechi.
L’evento è promosso dalla Regione Abruzzo attraverso l’Azienda regionale attività produttive (Arap), nel suo ruolo di soggetto attuatore, in collaborazione con il Comune dell’Aquila, le Camere di commercio Gran Sasso d’Italia e Chieti Pescara, Arta Abruzzo e le associazioni di settore.
Il prezioso fungo ipogeo, patrimonio dell’Unesco, è presente in Abruzzo in nove le varietà, sette neri e due bianchi, tutte edibili. L'obiettivo è farlo diventare un brand.
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