MORNING CALL

Quando il mare diventa la spazzatura del mondo

di Rosalba Reggio

Sempre più spesso si parla del mare. Cresce infatti l'esigenza della comunità scientifica di essere ascoltata dai policy maker, dalle imprese e dai cittadini. I danni sono evidenti a tutti: gli ecosistemi marini si sono trasformati a causa delle plastiche, il mare è in sofferenza e, contrariamente a quanto si pensi, rappresenta una risorsa finita. Negli ultimi anni si è assistito alla perdita della bio-diversità e alla crisi di diversi eco-sistemi marini, il mare assorbe la CO2 e la crescente acidità rappresenta un danno sugli eco-sistemi, il mare è ormai un enorme contenitore di rifiuti e perde vitalità a causa dei fertilizzanti. Oggi, però, c'è una maggiore consapevolezza dell'importanza dell'economia legata al mare: la pesca, il trasporto, il turismo, l'industria estrattiva, le energie rinnovabili. Si stima che l'economia legata al mare valga 2 o 3mila miliardi e che oltre 3 miliardi di persone vivano grazie ai servizi del mare. Quali possono essere le soluzioni? Risponde Stefano Pogutz, docente di Economia gestionale delle imprese e sostenibilità d'impresa all'Università Bocconi
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