La Commissione Ue “raccomanda” una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia. La causa è il mancato rispetto della regola del debito: nel 2018 è al 132,2%, nel 2019 al 133,7%, nel 2020 il 135,2 per cento. Il Consiglio Ecofin dell'8-9 luglio deciderà sull'avvio ufficiale della procedura di infrazione. Il via libera dell'Ecofin aprirebbe la fase del “rientro” dell'Italia dall'eccesso di deficit riscontrato. Correttivi pesanti che porterebbero aumenti delle tasse e tagli a spese e servizi sociali. Non ci sarebbe la possibilità di accedere alla flessibilità prevista dalla Comunicazione della Commissione del 2015. Se i piani di rientro non fossero ritenuti sufficienti da Bruxelles arriverebbe un secondo invito ad adottare un nuovo piano di rientro. Poi potrebbe essere imposto l'obbligo di un deposito infruttifero dello 0,2% del Pil (3,6 miliardi), che potrebbe essere convertito in ammenda. Potrebbe poi scattare anche la sospensione dei fondi di coesione europei. E la sanzione potrebbe essere incrementata in caso di persistente inosservanza della raccomandazione.
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