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L'assegno post-divorzio non è più per sempre: ecco quando si ottiene e come si perde

di Nicoletta Cottone

L'assegno di divorzio sarà slegato dal tenore vita: è una delle novità contenuta nella proposta di legge che modifica i criteri di assegnazione del supporto economico al termine di una unione, In Aula alla Camera dal 13 maggio 2019. L'assegno non sarà più per sempre e il giudice dovrà valutare vari parametri, a partire dalla durata del matrimonio. Poi le condizioni economiche dei coniugi a seguito dello scioglimento del matrimonio. Conta anche età e stato di salute. All'esame del giudice anche il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune. Sotto la lente anche patrimonio e reddito netto di entrambi . Poi la ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive, anche in relazione alla mancanza di un'adeguata formazione professionale o di esperienza lavorativa, come conseguenza degli adempimenti coniugali nel corso del matrimonio. Sotto l'obiettivo anche l'impegno di cura di figli comuni minori, disabili o comunque non economicamente indipendenti. L'assegno non è dovuto in caso di nuove nozze, di unione civile con altra persona o di una stabile convivenza di chi chiede l'assegno. E l'obbligo di corresponsione dell'assegno non sorge nuovamente a seguito di separazione o di scioglimento dell'unione civile o di cessazione dei rapporti di convivenza . Le nuove disposizioni si applicano anche ai procedimenti in corso di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio in corso all'entrata in vigore della nuova legge.


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