Cinquanta miliardi di euro. È la cifra che ogni anno i truffatori rubano agli Stati membri dell'Unione europea attraverso le cosiddette frodi carosello sull'Iva. Il funzionamento della frode è semplice. Se – ad esempio - una società commerciale tedesca (italiana o di qualunque altro paese dell'Unione europea) acquista merci da un altro membro della Ue non è necessario pagare l'Iva. Se invece vende i beni a un'altra società in Germania (o nello stesso paese di provenienza), al prezzo si aggiunge l'Iva. La società deve versare questa tassa all'ufficio delle imposte, ma con la frode carosello non la paga. Prima che l'ufficio delle imposte se ne renda conto l'impresa scompare. Ecco perché questa società viene definita “missing trader”, cioè “commerciante mancante”. La società alla fine della catena di approvvigionamento rivende i beni a un altro stato membro della Ue e chiede all'ufficio delle imposte di rimborsare il valore dell'Iva. Tra quest'ultima società e il “missing trader” possono esserci molte società intermediarie che creano un cuscinetto (buffer) per nascondere la frode fiscale. Le merci costose o facilmente trasportabili, come telefoni cellulari, console di gioco, auto di lusso, certificati di credito CO2, bevande, metalli preziosi o elettricità, sono l'ideale per le truffe carosello. Ma le merci si muovono solo sulla carta. Non ci sono prodotti che si spostano fisicamente da una paese all'altro.