Roma, 20 gen. (askanews) - Un discorso per cercare di riunificare
un paese profondamente diviso e danneggiato dalle menzogne di
Donald Trump sulle elezioni: è quello che Joe Biden ha
pronunciato appena dopo il suo giuramento come 46mo presidente
degli Stati Uniti
"Abbiamo imparato di nuovo che la democrazia è preziosa. La
democrazia è fragile. E in questo momento, amici, la democrazia
ha prevalso. Così ora, su questo terreno consacrato, dove solo
pochi giorni fa la violenza ha cercato di scuotere le fondamenta
stesse del Campidoglio, siamo uniti come una sola nazione davanti
a Dio, indivisibile, per procedere al traferimento dei poteri
pacifico come abbiamo fatto per oltre due secoli".
Diversi i riferimenti alla Guerra Civile del 1861, la prova più
dura per l'America, e anche una citazione di Abraham Lincoln, il
presidente che alla fine della guerra mise fine alla schiavitù
nel Sud, la macchia più scura della storia degli Stati Uniti, la
cui eredità ancora oggi li perseguita:
"Dobbiamo mettere fine a questa guerra incivile che mette il
rosso contro il blu (colori dei partiti repubblicano e
democratico), campagne contro città, conservatori contro
progressisti."
"In un altro gennaio, nel capodanno del 1863, Abraham Lincoln
firmò la proclamazione di liberazione degli schiavi. Quando prese
carta e penna il presidente disse: 'Se il mio nome sarà mai
ricordato nella storia, sarà per questo atto, e ci metto tutta la
mia anima'. Tutta la mia anima. Oggi, in questo giorno di
gennaio, tutta la mia anima è in questo: riunificare l'America,
unire il nostro popolo, la nostra nazione. E chiedo a ogni
americano di unirsi a me per questa causa".
E Biden non ha rinunciato a un riferimento alla manipolazione e
negazione dei fatti, di cui il predecessore Donald Trump ha fatto
un vero e proprio modo di comunicare e governare: "Ogni disaccordo non deve essere un motivo per la guerra totale. E dobbiamo respingere la cultura in cui i fatti stessi sono manipolati, e perfino fabbricati ad hoc".