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Usa, Henry Kissinger compie 100 anni
(LaPresse) L'uomo che forse più di tutti ha contribuito a plasmare la politica estera americana del XX secolo e alla cui intelligenza ancora oggi molti guardano per interpretare la contemporaneità compie 100 anni. Nato in Germania il 27 maggio 1923, Heinz Alfred Kissinger lasciò il Paese insieme ai genitori nel 1938, quando si stavano intensificando le persecuzioni anti-ebraiche, per trasferirsi negli Stati Uniti, dove la burocrazia semplificò il suo nome in 'Henry'. Cinque anni dopo, divenne cittadino americano e al termine della Seconda Guerra Mondiale, ad Harvard, iniziò a emergere come uno dei principali esperti dell'epoca di politica estera. Nel 1969 diventò consigliere per la Sicurezza nazionale di Richard Nixon. Fu in questa posizione che Kissinger iniziò a svolgere un ruolo fondamentale nella definizione della politica estera statunitense. Sostenitore di una forma di 'realpolitik' che cercava di combinare gli interessi statunitensi con la stabilità globale, Kissinger fu uno degli artefici della cosiddetta 'diplomazia del ping pong', che portò nel 1971 allo storico avvicinamento tra Stati Uniti e Cina. Nel 1973, Kissinger divenne segretario di Stato: durante il suo mandato gli Usa negoziarono l'accordo di pace di Parigi per porre fine alla guerra del Vietnam e avviarono un processo di distensione con l'Unione Sovietica. Eppure, la carriera di Kissinger non è stata priva di controversie. L'adesione al concetto di realismo politico gli attirò all'epoca feroci critiche, anche alla luce di azioni come il sostegno a regimi autoritari in America Latina. L'assegnazione, nel 1973, del Premio Nobel per la Pace, venne contestata da molti. Esaurito il suo ruolo di governo, Kissinger ha continuato a influenzare gli affari mondiali come consulente politico e autore. E ancora oggi, nonostante l'età avanzata, continua a essere un punto di riferimento per esperti e diplomatici.