TRADING

Sui mercati la lezione dell’uovo di Peter Lynch

di Rosalba Reggio


Mercati guidati dalle banche centrali. Di questo parliamo con Carlo Benetti, Market Specialist di GAM Italia Sgr. Mercati guidati dalle banche centrali il che, potrebbe dire, allora stiamo tranquilli, ovunque si investa va sempre bene, ma così non è. Sempre più importante è scegliere, fare la scelta giusta e sapere cogliere la giusta opportunità. Ma qual è il segreto, quale il criterio? Come si identifica un'opportunita' sul mercato?
Questa è una domanda difficilissima. È vero che l'azione delle banche centrali sta testando il proprio limite, quindi aumenta l'entropia nei portafogli e lei coglie il punto: dove trovare le opportunità di investimento in questo contesto così complicato? Mi viene in mente una storiella raccontata da Peter Lynch, leggendario gestore azionario degli anni '70-'80. Lui racconta nel suo libro come aveva osservato un oggetto strano nella borsa della spesa della moglie un oggetto a uovo ed era un paio di collant. Siamo nel '71 e la moglie gli spiegava come la forma a uovo, la qualità del prodotto e il fatto che lo trovasse nei supermercati, quindi non doveva andare in merceria all'epoca, ma era la novità. Aveva incuriosito Peter Lynch. C'era il marketing efficace (il supermercato), il prodotto di qualità, il packaging (la forma a uovo che veniva riposta nei cassetti). È andato a vedere i bilanci di quella società, l'ha comprata, ha messo quel titolo nei propri portafogli e racconta che, avendolo preso per tempo, ha fatto una performance stellare.
Ora la morale di questo aneddoto non è andare a frugare nella borsa della spesa o della moglie, ma tenere gli occhi aperti e guardare cosa accade davanti ai nostri occhi. Mi vengono in mente due storie, le dinamiche demografiche la simmetria tra un nord del mondo piuttosto anziano e un sud del mondo emergente giovane o la tecnologia che sta tagliando trasversalmente tutti i settori.
Quindi in un certo senso bisogna essere aperte ai grandi temi, perché poi sono questi che creano le correnti e abbiamo visto, sono correnti di lungo periodo. Però poi bisogna anche saper guardare la singola azienda, quindi torniamo un po' a quello che si diceva anche qui nel 2000, quando si parlava di stop picking anche magari in un periodo in cui c'erano aziende che andavano benissimo perché andava bene tutta la tecnologia e poi la fine che hanno fatto...Quindi sia guardare il grande trend sia guardare poi l'azienda e il bilancio dell'azienda?
Io farei una terza via, se ancora fosse di moda parlare di terze vie, perchè, è vero osservare il trend, naturalmente i trend e i risultati dei portafogli camminano sulle gambe delle aziende, di aziende buone selezionate. La terza via è quella di cogliere il trend all'interno di uno strumento di investimento collettivo, penso al fondo di investimento. Lasciamo che sia il gestore a fare lo stop picking, che non è un esercizio semplice e il fondo ha due vantaggi: uno quello di delegare uno specialista alla scelta dei titoli e due, quello della diversificazione perché se io mi innamoro di una storia, lei ha ricordato il 2000/2001, ci si innamorava di un titolo, bastava che ci fosse .it.
Però poi è andata come è andata e alcuni lo hanno anche patito sulla propria pelle il crash di quegli anni, per cui lasciamo fare al gestore, i trend ci sono, penso ai consumi del lusso, le health care, la salute, noi vecchi, i Paesi avanzati investono in ricerca farmaceutica, in biotecnologia, nella nuova tecnica, nuove tecniche di terapia o di diagnosi.
Il Sud del mondo, i Paesi emergenti investono in sistemi sanitari, penso alla Cina, per abbassare il tasso di risparmio ancora molto elevato.
Anche questo è un trend di lungo periodo. Quindi grandi trend però all'interno di prodotti che garantiscano la diversificazione?
Assolutamente sì, la diversificazione è stata un'intuizione del '52 che valse il Nobel a Markowitz che la ebbe. Dire le uova in più in più panieri è banale, ma tanto per essere semplici ed efficaci.
Ed è l'unico concetto dalla moderna teoria del portafoglio che non è stato scalfito dagli anni, dal '52 ad oggi diversificare un portafoglio è ancora il migliore antidoto all'incertezza radicale con cui facciamo i conti.
Un'altra domanda invece sempre sulla scelta diciamo dei grandi trend, lo strumento è sempre l'azione quindi l'investimento azionario o può essere anche l'investimento obbligazionario?
Deve essere anche l'investimento obbligazionario se non altro per il diversificare aree geografiche, ma anche strumenti o classi di attivo.
Quindi anche il corporate bond?
Corporate bond, appunto, obbligazioni emesse dalle aziende, facendo attenzione appunto all'entropia con cui abbiamo cominciato la nostra conversazione, cioè la politica.
Le politiche straordinarie delle banche centrali hanno favorito, contenendo i tassi bassi, quindi hanno favorito un finanziamento poco costoso anche a società magari meno robuste, se cambiasse improvvisamente lo scenario, un refolo d'inflazione poniamo che portasse la Federal Reserve a modificare la propria politica monetaria, allora l'entropia nel mondo obbligazionario sarebbe violenta, lo scossone sarebbe violento. Per cui certamente le obbligazioni, le obbligazioni emergenti; lasciamo fare al gestore la scelta fra valuta forte, dollaro, euro o le valute locali, ma diversificare quanto più possibile anche con strategia. A questo punto mettiamo anche la terza via, strategie, per quanto possibile ben correlate alla direzionalità dei mercati.
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