Nei prossimi 5 anni le imprese italiane sono pronte a offrire un posto di lavoro a 469mila tecnici, ma l'offerta formativa non sarà in grado di soddisfare la richiesta del mondo industriale. Attualmente il 33% delle professionalità richieste dal mondo del lavoro è introvabile. La conseguenza è che i posti restano vuoti. Da qui al 2022 quasi la metà dei periti under 29 sarà di difficile reperimento. Il problema penalizza non solo il tessuto produttivo e i territori, ma anche le famiglie e gli studenti. All'appello mancano meccanici, montatori, riparatori, costruttori di utensili, elettronici, elettrotecnici, specialisti di cuoio, calzature e costruzioni. Tra i laureati mancano ingegneri industriali e dell'Ict. È la fotografia scattata da Confindustria su dati Unioncamere e Anpal non tiene conto di quota 100 e dei possibili effetti della misura sull'uscita di personale senior di grande esperienza. Serve un passaggio rapido da masterchef a mastertech. Intervenire sull'istruzione con l'orientamento e un dialogo tra insegnanti, imprese e territori. Premi e incentivi per gli istituti tecnici che fanno placement e riescono a occupare gli studenti. C'è un sistema formativo che fatica a dialogare col mondo del lavoro. Il nodo è anche la formazione terziaria professionalizzante. In Italia l'1% degli studenti frequenta gli Its, contro una media del 14% dei Paesi Ocse.
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