Milano, 3 apr. (askanews) - A Riace Mimmo Lucano non ha compiuto alcuna irregolarità nell'assegnazione degli appalti per la gestione dei rifiuti nè ci sono elementi per dire che abbia favorito presunti "matrimoni di comodo". È quanto ha stabilito la Cassazione, scrivendolo nero su bianco nelle motivazioni con cui nel febbraio scorso ha annullato il divieto di dimora a Riace per il sindaco calabrese, accusato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina e illeciti nell'affidamento degli appalti. Motivazioni ora depositate e rese dunque pubbliche, che peseranno sull'eventuale processo. L'udienza per il rinvio a giudizio del sindaco è prevista il 4 aprile.
"Il mio auspicio è che ci sia giustizia", ha commentato Lucano "Io comunque rifarei tutto quello che ho fatto". "Non ho mai detto 'sono innocente': lo deve dimostrare chi ha la competenza, noi ci difendiamo 'nel' processo e non 'dal' processo".
In ogni caso una prima vittoria per il sindaco della cittadina che ha fatto degli immigrati una risorsa creando un modello di integrazione diffusa.