Se la distribuzione di beni di consumo cresce a doppia cifra nelle ultime due settimane, tutto il resto della distribuzione resta ferma. L'emergenza coronavirus, infatti, ha favorito una parte di consumo, ma ne ha fermata un'altra. Ma la differenza non riguarda solo i volumi, anche le abitudini di acquisto sono cambiate: si va meno all'ipermercato, mentre si predilige il piccolo supermercato o il negozio di prossimità. Crescono anche tutti i sistemi di consegna a domicilio. Tutta la distribuzione che non riguarda beni di consumo ha oggi essenzialmente 2 grandi problemi: costi alti nonostante la chiusura e circolante assente. Questo porterà un grave scompenso finanziario. Alla ripresa dunque, questa parte di distribuzione dovrà cambiare il suo business model e ripensare alla sua relazione con il cliente. Ce ne parla Sandro Castaldo, docente di Marketing all'università Bocconi