Quando è scoppiata l'emergenza coronavirus, nella scuola del Trotter, a Milano, dirigente e insegnanti hanno fatto la lista dei bisogni delle famiglie. Computer per poter seguire l'attività didattica da casa, connessione per collegarsi, cancelleria per fare i compiti, farmaci e cibo. Sì, cibo, perché la scuola del Trotter, che si chiama in realtà Istituto Comprensivo Casa Del Sole, è quella che viene spesso definita una scuola di frontiera, dove il 70% degli studenti è straniero e dove ogni anno sono molti i ragazzi che arrivano senza conoscere la lingua italiana. Una sfida impegnativa anche senza virus, che diventa eroica quando tutto il resto crolla. Tra le famiglie degli studenti, infatti, c'è chi ha perso il posto, chi si arrangiava con lavori di fortuna ed è rimasto privo di ogni reddito e tutela, chi teneva insieme, già a fatica, diversi bambini senza il coniuge. Storie diverse, spesso di dolore, fatica, privazione. Che hanno visto però partire la grande catena di solidarietà: tra donazioni e acquisti, sono arrivati i computer per consentire la didattica a casa e squadre di volontari di emergency hanno distribuito i device. Li abbiamo seguiti.
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