Treasury e Btp al 5%, perché non è una buona notizia
di Vito Lops
Scendono i prezzi dei titoli di Stato sui mercati e salgono i rendimenti a livelli di guardia: negli Usa come in Europa e in particolare in Italia. È questa la reazione degli investitori internazionali alle politiche di aumento dei deficit da parte degli stati che in questo modo finanziano le proprie politiche economiche. Una spinta a vendere titoli di Stato effetto di un calo di fiducia nei confronti dei Paesi emittenti dei titoli di Stato e che incide in misura rilevante soprattutto per chi è maggiormente indebitato e ha un merito di credito inferiore, come l’Italia. Per questo almeno - per chi investe sul mercato secondario dei titoli di Stato - l’aumento dei rendimenti non può essere scambiato per una buona notizia, visto che cedole e prezzi sono correlati inversamente, ossia alla crescita delle prime corrisponde un calo dei secondi e viceversa. Diverso il discorso di chi sottoscrive un’obbligazione all’emissione e lo tiene in portafoglio fino alla scadenza. La volatilità dei mercati non incide sulle scelte compiute, mentre il rischio è di sottoscrivere un bond nel momento sbagliato. Il video commento to del giornalista del Sole 24 Ore Vito Lops.