Dopo un ictus la riabilitazione si fa a distanza con la tecnologia. Un progetto di Sardegna Ricerche
di Davide Madeddu
Si chiama DomoMea la nuova sfida per la riabilitazione motoria dei pazienti colpiti da ictus. Un sistema in cui l'attività fisica propedeutica al riutilizzo degli arti bloccati, si sposa con la tecnologia fatta di sensori da applicare sul paziente, tv box o tablet Android e un programma di esercizi codificato. Il progetto è dell'università di Cagliari attraverso la facoltà di ingegneria e del dipartimento di scienze biomediche dell'università di Sassari a cui partecipano undici imprese del settore sanitario e delle telecomunicazioni. Promosso da Sardegna Ricerche e finanziato per 300mila euro dai fondi europei del POR-FESR Sardegna 2014-2020, ha l'obiettivo di creare un sistema di riabilitazione domiciliare neuromotoria a basso costo. “La teleriabilitazione domiciliare sfrutta sensori indossabili attraverso cui si ricostruisce il movimento del paziente che così interagisce con un insieme di giochi riabilitativi su un tablet o sulla TV di casa” spiega Danilo Pani dell'Università di Cagliari. I costi saranno essere contenuti, sia per i sensori sia per i programmi e i giochi riabilitativi che girano su Android. “L'obiettivo degli esercizi - spiega Andrea Cereatti del dipartimento diScienze biomediche dell'Università di Sassari - è di riabilitare pazienti colpiti da ictus e affetti da limitazioni funzionali”