Milano (askanews) - Tre grandi sculture che riflettono sull'idea di architettura, e la ribaltano. Per il terzo capitolo del progetto espositivo "Slight Agitation", il Thought Council di Fondazione Prada ha portato a Milano un gruppo artistico austriaco, eccentrico e irriverente quanto basta, che ci è stato presentato così dal curatore Dieter Roelstraete.
"La mia scelta - ha detto ad askanews - è caduta su un collettivo di Vienna, Gelitin, quattro artisti che lavorano insieme dalla metà degli anni Novanta. Questo terzo capitolo di Slight Agitation è composto da tre sculture che hanno realizzato in sito, in stretta relazione e influenzati dall'architettura che contiene questi monumenti o anti-monumenti, se volete".
Il progetto, dal complicatissimo nome di "POKALYPSEA-APOKALYPSE-OKALYPSEAP", si articola, nelle tre stanze della Cisterna del museo milanese, su una sorta di igloo inuit che fa anche pensare a un obelisco o pure a una struttura fallica, quindi su una specie di torre di Babele, che però rimanda anche a un instabile anfiteatro, al centro del quale il visitatore è ufficialmente invitato a fumare una sigaretta.
Tobias Urban è uno dei membri del collettivo artistico: "L'arte - ci ha detto - in un certo senso è inutile, ma in un altro è utile. Noi qui abbiamo immaginato un luogo per un gesto, perché chiunque può essere un performer e la forma più semplice di performance è fumare una sigaretta in pubblico, o bersi un drink. Questa opera la si può usare in molti modi".
"La terza scultura - ha poi aggiunto Roelstraete - è il rifacimento di un loro pezzo realizzato per la prima volta nel 2003, ma ora riportato in vita in una forma che finalmente rende giustizia alla struttura, e questo è l'Arco di Trionfo. Quindi abbiamo un colosseo, un obelisco e un arco trionfale, che in un certo senso sono archetipi di un particolare linguaggio architettonico, che è il linguaggio del potere, e a mio parere si tratta di anti-monumenti perché il senso del lavoro è sovvertito rispetto a quello di tali archetipi. Sono effettivamente pezzi monumentali, ma al tempo stesso sono divertenti e ridicolizzano la monumentalità".
Dagli anni Novanta i Gelitin ragionano sul rapporto con il totalitarismo e la performance, e i loro lavori hanno anticipato l'Estetica relazionale, oltre che portato avanti una severa, e spesso anarchicamente divertente, critica delle istituzioni. Ma come si fa, abbiamo chiesto infine a Urban, a tenere insieme così tante teste diverse? "E' qualcosa che assomiglia a una famiglia - ci ha risposto - non si è davvero amici, si conosce tutto delle altre persone e si apprezza quello che gli altri fanno, e anche se si litiga ci si muove nella stessa direzione complessiva".
Il progetto dei Gelitin per Fondazione Prada resta visitabile fino al 26 febbraio 2018.