FUORI CAMPO

Agnès Varda, la regista libera che fece da battipista alla Nouvelle Vague

di Cristina Battocletti

La regista, fotografa e sceneggiatrice belga
esordì con “La Pointe-Courte” nel 1955, inaugurando la Nouvelle Vague.
Raccontò le donne e l'emarginazione, spesso unendo i due temi, come in “Senza tetto né legge”, che vinse il Leone d'oro a Venezia nel 1985.
Le piaceva sperimentare i generi: girò molti documentari, tra cui uno sul popolo cubano “Salut les cubains” nel 1963 e un altro sulle Black Panthers nel 1968. Raccontò anche l'America erotica in un film ironico su un ménage à trois tra gli attori “Lion love (and lie)”. Prima di registrare la sua vita leggendaria nell'autobiografico “Varda par Agnès - Causerie”, attraversò la Francia da Nord a Sud con l'artista JR per conoscere storie di gente comune cogliendo per mezzo della fotografia tutta l'eccezionalità della vita quotidiana in “Visages villages”. Vinse l'Oscar alla carriera nel 2018
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