
















In Volkswagen, per tradizione, si punta molto sulla valorizzazione delle risorse umane. A Zwickau è stato realizzato il più ampio progetto di training e formazione nella storia dell'automobile: 8mila dipendenti sono stati preparati alla produzione di veicoli elettrici e al lavoro con tecnologie ad alto voltaggio. Entro la fine del 2020 (questa la previsione,nel momento in cui stiamo scrivendo, ndr), il personale avrà completato in totale 13mila giorni di formazione, assicurando così il futuro dei posti di lavoro in uno stabilimento che ha sposato la rivoluzione della green industry. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
A Zwickau, in Germania, in quella Sassonia dove si accese gran parte del movimento di riunificazione tedesca, c'è una fabbrica di automobili speciale. Al cuore della rivoluzione del brand Volkswagen ci sono le nuove “ID.” e sono “nativamente” elettriche. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Lungo le aree dedicate all'assemblaggio c'è un silenzio irreale. Circa 1.700 robot, sistemi di trasporto autonomi e processi di produzione completamente automatizzati. L'assemblaggio delle scocche, rigorosamente in acciaio, è opera dei robot saldatori. È curioso: non ci sono moderne saldatrici laser, ma tradizionali teste ad arco montate sui bracci automatizzati. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Non sono vetture con propulsori a combustione interna modificate per andare a batteria, ma nascono su una piattaforma specifica creata ad hoc. Piattaforma che, nel caso della gamma ID. (e di altri modelli futuri), si chiama, appunto, MEB, ovvero Modularer Elektrobaukasten: i tedeschi, infatti, sono orgogliosi della loro lingua e le sigle sono rigorosamente teutoniche, altrimenti la loro tecnologia avrebbe un sapore vagamente “techno cool” californiano. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Volkswagen ID.3 è la prima auto del marchio tedesco nata per essere elettrica e costare quanto una equivalente vettura termica, come per esempio una Golf T di. È una berlina da famiglia a cinque porte lunga 4,26, larga 1,81 e alta 1,55 metri. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Il design è contraddistinto da linee affilate. A seconda della capacità della batteria a ioni di litio l'autonomia varia tra 330 e 550 chilometri (ciclo Wltp). All'interno, la plancia ha un aspetto minimalista con uno schermo nel cruscotto e quello in posizione rialzata per il sistema multimediale. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Salvo ritardi dovuti allo shutdown, arriverà nei concessionari italiani nella seconda metà del 2020 con un listino che partirà circa 30mila euro. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
“Carbon neutral” in tutto il ciclo produttivo. La fabbrica Volkswagen delle auto elettriche di Zwickau è stata concepita per raggiungere questo traguardo che sarà poi esteso ad altri impianti del gruppo. Sono state predisposte azioni a 360 gradi per ridurre, evitare o compensare le emissioni di anidride carbonica lungo l'intero processo produttivo, attraverso l'impiego di rinnovabili e coinvolgendo tutta la catena di fornitura. Ciò vale in particolare per quanto riguarda le batterie, realizzate in Polonia dalla coreana LG Chem. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
In Volkswagen, per tradizione, si punta molto sulla valorizzazione delle risorse umane. A Zwickau è stato realizzato il più ampio progetto di training e formazione nella storia dell'automobile: 8mila dipendenti sono stati preparati alla produzione di veicoli elettrici e al lavoro con tecnologie ad alto voltaggio. Entro la fine del 2020 (questa la previsione,nel momento in cui stiamo scrivendo, ndr), il personale avrà completato in totale 13mila giorni di formazione, assicurando così il futuro dei posti di lavoro in uno stabilimento che ha sposato la rivoluzione della green industry. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
A Zwickau, in Germania, in quella Sassonia dove si accese gran parte del movimento di riunificazione tedesca, c'è una fabbrica di automobili speciale. Al cuore della rivoluzione del brand Volkswagen ci sono le nuove “ID.” e sono “nativamente” elettriche. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Lungo le aree dedicate all'assemblaggio c'è un silenzio irreale. Circa 1.700 robot, sistemi di trasporto autonomi e processi di produzione completamente automatizzati. L'assemblaggio delle scocche, rigorosamente in acciaio, è opera dei robot saldatori. È curioso: non ci sono moderne saldatrici laser, ma tradizionali teste ad arco montate sui bracci automatizzati. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Non sono vetture con propulsori a combustione interna modificate per andare a batteria, ma nascono su una piattaforma specifica creata ad hoc. Piattaforma che, nel caso della gamma ID. (e di altri modelli futuri), si chiama, appunto, MEB, ovvero Modularer Elektrobaukasten: i tedeschi, infatti, sono orgogliosi della loro lingua e le sigle sono rigorosamente teutoniche, altrimenti la loro tecnologia avrebbe un sapore vagamente “techno cool” californiano. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Volkswagen ID.3 è la prima auto del marchio tedesco nata per essere elettrica e costare quanto una equivalente vettura termica, come per esempio una Golf T di. È una berlina da famiglia a cinque porte lunga 4,26, larga 1,81 e alta 1,55 metri. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Il design è contraddistinto da linee affilate. A seconda della capacità della batteria a ioni di litio l'autonomia varia tra 330 e 550 chilometri (ciclo Wltp). All'interno, la plancia ha un aspetto minimalista con uno schermo nel cruscotto e quello in posizione rialzata per il sistema multimediale. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
Salvo ritardi dovuti allo shutdown, arriverà nei concessionari italiani nella seconda metà del 2020 con un listino che partirà circa 30mila euro. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
“Carbon neutral” in tutto il ciclo produttivo. La fabbrica Volkswagen delle auto elettriche di Zwickau è stata concepita per raggiungere questo traguardo che sarà poi esteso ad altri impianti del gruppo. Sono state predisposte azioni a 360 gradi per ridurre, evitare o compensare le emissioni di anidride carbonica lungo l'intero processo produttivo, attraverso l'impiego di rinnovabili e coinvolgendo tutta la catena di fornitura. Ciò vale in particolare per quanto riguarda le batterie, realizzate in Polonia dalla coreana LG Chem. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
In Volkswagen, per tradizione, si punta molto sulla valorizzazione delle risorse umane. A Zwickau è stato realizzato il più ampio progetto di training e formazione nella storia dell'automobile: 8mila dipendenti sono stati preparati alla produzione di veicoli elettrici e al lavoro con tecnologie ad alto voltaggio. Entro la fine del 2020 (questa la previsione,nel momento in cui stiamo scrivendo, ndr), il personale avrà completato in totale 13mila giorni di formazione, assicurando così il futuro dei posti di lavoro in uno stabilimento che ha sposato la rivoluzione della green industry. (Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
(Fotografie di Alberto Bernasconi per “IL”)
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